Non so quanto appropriato sia da parte mia il commentare; non solo o non tanto per il mio cromosoma XY, ma perché con le bombolette, su muri o saracinesche, ho sempre spruzzato previa autorizzazione, perché malgrado il mio spirito sia sinceramente anarchico, non ho il fisico per vivere al di fuori della Legge.
Insomma, proprio come il meticcio dell'Illinois ritratto in questa foto...
...anche io dò il meglio di me quando il guinzaglio è della lunghezza giusta. L'essenzialità dell'avere tra i propri mezzi il guinzaglio suddetto è ricavabile dagli editti di Papa Orsterberg detto l'Iguana, anche se a domande in merito credo si qualificherebbe quale nano in piedi sulle spalle del Gigante Buono autore de Il lupo nella Steppa.
Gabba, gabba, Bau!
P.s.
Visto che la violenza maschile è un problema anche per noi maschi deboli, e visto che la mia naturale propensione alla violenza di maschio occidentale bianco mi è stato insegnato che va sempre tenuta a bada, o al massimo sfogata solo su oggetti inanimati, (ché una maniera corretta di fare i padri esiste), se come afferma l'astrofisico indiano R. Kutrappali è vero che il karma è un fenomeno newtoniano, e che in tutta una certa letteratura quando il Cielo aveva da punire qualcuno (pensate anche solo a quel vecchio arrapato di Zeus) spesso lo faceva coi fulmini, è anche vero che l'elettricità io la associo più a Faraday e sodali.
Usando l'insiemistica come sistema di riferimento, volendola organizzare in termini di gerarchia e aree di competenza, non saprei però dire come, dal punto di vista dell'Olimpo e posti analoghi, siano da posizionare la meccanica classica e l'elettromagnetismo.
Dallo scaffale, ISBN 978-88-07-89581-4 mi guarda, con lo sguardo più languido che la costina di un libro sotto le 200 pagine si può permettere. Oggi non ce la faccio, è la mia tacita risposta, con la speranza di non restare vittima del Corollario Zevon alla Proposizione Schopenauer.
già Febbraio (con annesso bisogno di letargo), ma non ancora Festival della Canzone.
l'Id fascista, per fortuna, non ha ancora dilaniato e smembrato del tutto l'Es Repubblicano in questa approssimativa e ostinata Penisola. Perché per quanto nella versione very much abridged (a.k.a. la Gazza) del Corsera possano fare gli spiritosi in merito, "fondata sul Lavoro" è da intendersi in opposizione a "fondata sul Capitale"; ché non è che solo perché i secoli finiscono si può far finta che non siano mai esistiti. Certo, a meno di non auspicare quella ripartenza dal 1789 come suggerivano meno di due anni fa certe molto affollate piazze dall'altro lato delle Alpi...
Perché: Il cielo stellato sopra, e va bene, ma la marea (che par quasi uno tsunami) di stronzi attorno?
Questo post aspira ad essere segno di Ammirazione, Rispetto e Vicinanza nei confronti del Ranucci Sigfrido e di tutta la sua ciurma.
Dicono sovente di me che sono strambo, e personalmente non mi prendo quasi mai la briga di sostenere il contrario, se non quando ci sia da ricordare a qualcuno che l'umanità ha dei diritti.
Di sicuro tra le cose particolari c'è come mi funziona la memoria, perché malgrado io, nella abbondante manciata di centinaia che compone la totalità di una famosa storia di fratelli, abbia da poco superato solo il primo centinaio di pagine, mi ero già totalmente dimenticato che all'inizio ci fosse una nota dell'autore. Nota la cui esistenza mi è stata ricordata da una persona che me ne ha letto una piccola parte, di cui inizialmente non ho capito il senso.
Naturalmente incuriosito, invece che farmi passare il libro per provare a rileggere da solo la frase in questione, sono andato a pescare la mia copia, un'edizione tascabile la cui prima pubblicazione risale al 1994 (la mia, del 2016, è la quindicesima ristampa. Bella lì Fjodor!) per vedere se mi risultasse più facilmente comprensibile, e mi è saltata all'occhio una piccola differenza significativa che individuerò con il grassetto. La trascrizione manca, ahimé, di tutti gli accenti circonflessi, che sono un barbatrucco al di là della mia portata quando ho davanti una tastiera.
Du reste, il serait étrange, à une époque comme la notre, d'exiger des gens de la clarté. Une chose semble assez indiscutable; c'est un homme étrange, original meme. Mais l'étrangeté et l'originalité nuisent plutot qu'elles ne donnent le droit de généraliser les cas particuliers et de dégager un sens général de l'incohérence universelle. Or, l'original est le plus souvent un cas particulier. N'est-il pas vrai?
Si vous n'etes pas d'accord sur cette dernière thèse et que vous me répondiez: "Non" ou "Pas toujours", il se peut que je reprenne courage quant à la valeur de mon héros Alexis Fédorovitch. Car non seulement l'original n'est "pas toujours" un cas particulier mais, au contraire, c'est peut-etre précisément à lui qu'il arrive d'etre au coeur meme de son temps, alors que ses contemporains, eux, se laissent entrainer loin de lui par un courant passager.
inizialmente lo stralcio che mi era stato sottoposto in italiano equivaleva solo alle ultime 3/4 righe, ma una volta trovato il passaggio in questione, sono dovuto risalire indietro un pochino per riuscire a inquadrare quanto detto nella maniera corretta, e da lì sono partito nel ricopiare. In italiano, quindi, la porzione estesa suona così:
Pretendere chiarezza da qualcuno, del resto, in tempi come questi nostri è però perfino strano. Una cosa, sì, è abbastanza fuor di dubbio: strano se non strambo Aleksej Fedorovic lo è eccome. Stranezza e stramberia, però, più che dare diritto all'attenzione è facile che le nuocciano, soprattutto quando l'affanno di tutti è mettere insieme casi particolari per cavare un qualche senso dal marasma generale. E accade perché buona parte delle volte uno strambo è un caso particolare, un caso a sé. Giusto?
Comunque, è proprio se non siete d'accordo con quest'ultima tesi e rispondete: "No, che non è giusto" oppure "Non sempre è giusto" che potrei forse rincuorarmi, sì, quanto al valore del mio Aleksej Fedorovic. Perché non soltanto uno strambo "non sempre" è un caso particolare o un caso a sé, ma capita perfino, al contrario, che certe volte proprio lui abbia in sé, magari, il nocciolo del tutto, laddove per un qualche motivo da quel tutto la parte restante di chi vive nella sua epoca è stata strappata come da un soffio di vento.
la edizione italiana da cui ricopio è uscita nel 2021, in una traduzione a cura della assai gentile Claudia Zonghetti. La differenza tra le due parti in grassetto mi sembrava grande abbastanza da incuriosire. Il Fato ha voluto però
che io avessi a portata di mano una traduzione inglese pubblicata per la prima volta nel 1993 (anno del terzo album dei Nirvana) che non saprei dire quanto sia utile come orientamento visto che credo che per come funzionano dal punto di vista sintattico-grammaticale le lingue in questione, sia la più distante dal russo originale, delle tre versioni a mia disposizione. Comunque sia, in inglese, il commento che l'autore fa parlando del suo personaggio viene reso così:
Though in fact it would be strange in times like ours to demand clarity of men. One thing is, perhaps, fairly beyond doubt: this is a strange man, an oddity, even. But strangeness and oddness are sooner a cause of harm to their possessor than any guarantee of attention, particularly in a time when all are striving to unite the details of existence and to discover at least some kind of general meaning in the universal muddle. For in most cases an oddity is a detail and an isolated instance. Is it not so?
The point is, you see, that if you do not concur with this last thesis and reply: "Not true", or "not always true", then I shall perhaps take encouragement with regard to the significance of my hero Aleksey Fyodorovich. For not only is an oddity "not always" a detail and an isolated instance - on the contrary, it may occasionally transpire that he it is who bears within him, perhaps, the very heartwood of the whole, while, for some reason, the other men of his epoch have all or them been wrenched loose from it for a time as by some tidal gale.
Quindi anche l'inglese, come l'italiano, per rendere qualcosa che non so da che parola sia indicato nell'originale russo, opta per un più ampio Tutto invece che chiamare in causa il Tempo. L'altra differenza gustativa che ho trovato più marcata nel leggere le versioni diverse è quella che nel testo citato ho fatto apparire come sottolineata.
In conclusione, non mi sentirei di affermare di aver capito del tutto nessuno dei tre stralci qui sopra, anche se a grandi linee mi sembrano giustificare qualunque scaletta includa una celebre canzone del cugino James Marshall, ma forse, più ancora, mi fanno venire in mente un Dostojevskji che fischietta sornione la canzone che i Jefferson Airplane dedicavano alla Alice di Carroll.
Mentre tutto tirato in ghingheri nel buio della sala intitolata al tipo che cantava una canzone di cazzuta malinconia ascoltavo le parole di un Signore che quando da ragazzino lo vedevo nei paraggi di un centro sociale occupato (che a giudicare dallo Streetview di gugol esiste ancora) il sabato sera un poco mi cagavo in mano, pensandomi troppo square per questo [e invece mentre mi facevo autografare il libro ho scoperto che non erano orecchini e tatuaggi, ma la postura del guardiano a suscitare in me quella sensazione (phew!)] mi è tornata in mente la famosa frase che mia madre aveva probabilmente scovato nello stesso posto in cui la trovò lo Yoda che l'ha resa famosa nella celebre scena boschiva dentro la pellicola sull'Impero al contrattacco.
Quindi - per favore - non dite mai di tovarisch Persico che "ci ha provato". Lui (che nella foto è insieme ai 2 miei colleghi che avevano l'importante compito di intervistarlo, ignoro se facilitato o reso più difficile dal fatto che uno dei due sembri essere stato strumentale nel fargli pubblicare l'autobiografia che si trovava nello Stratos per presentare) e la sua banda hanno fatto, e continuano a fare il loro meglio...
...che, come non molto tempo prima del disperante Luglio 2001 quel sedizioso di Tommasino da Oxfordricordava a chi voleva sentire: È bene abbastanza.