domenica 22 dicembre 2013

In Granada (1)

sceso dal treno comincio a percorrere la banchina verso l'uscita. dove inizia l'edificio della stazione, sono cordialmente avvicinato da un agente di polizia, che mi chiede se ho dei documenti, buttando subito lì l'idea del passaporto; non so se debba far pensare che ai suoi occhi parevo fuori shengen, invero di recente il mio look è stato commentato dicendo che sembro un certo tipo di caratterista in un film di tarantino. 
non lo seguo quando entra nell'ufficio e visto che resta dentro un po' mi siedo sulla panchina con vista su binario (oh, the memories...) per aspettare e mi alzo quando torna fuori.

mi restituisce il documento (che solo di fronte alla stazione, mentre aspetto la squadra recupero, quando deciderò di scrivere il testo che avete davanti, mi ricorderò scadere l'indomani o al massimo 3 giorni dopo) e nel farlo mi chiede (in spagnolo) 'ha con sé qualcosa di compromettente, hashish, marijuana, un coltello' e una quarta cosa che non ho saputo decifrare. 

come se peraltro negli aeroporti (alla faccia di quelli che 'Foucalt è superato') non facessero già storie per un paio di bretelle...

mannaggia, sarei stato curioso di sapere cosa fosse, quella quarta ipotesi, ma non so come avrebbe reagito se gli avessi risposto, 'guardi, hashish e marijuana niente, coltello men che meno, cos'era la quarta cosa che ha detto?' e quindi non lo saprò mai.

Nessun commento:

Posta un commento