lunedì 6 marzo 2017

vAcca 2 O (cit.)

la libertà di parola NON È uguale a Parole in Libertà,
che non sono Anarchia* ma una gangbang travestita da orgia,
o un'orgia di minus habens e/o più o meno dotati parecchio inconsapevoli.

beninteso,
continuate pure a usare le parole alla cazzo di cane,
non siam mica i cugini d'Oltralpe (eh, eh, eh...)

ma ricordatevi che quelli che le hanno inventate Non le hanno inventate a caso;
infatti ai tempi d'oro Michael Stipe usava il leggio.

[Kurt Donaldinho Cobain, buonanima...]

peccato che Kaos Ltd. sia sicuramente un marchio che qualcun'altro ha già registrato.

Beh, peccato,
ma chissenefrega!


*non vuol dire bombe,
ma uguaglianza nella libertà

sabato 4 marzo 2017

O tempora, o Ribes!

quelli di gugol, secondo me,
dovrebbero aggiungere un secondo interruttore a tu-tu-tu-tubo.

il primo, nel caso ve lo steste chiedendo, è quello che attiva/disattiva la funzione autoplay, ossia il super-zapping, come lo si potrebbe chiamare se non equivalesse a fare un rito con stella a 5 punte+cerchietto per assumere uno spiritello che si occupi di schiacciare lui i tasti sul telecomando per passare avanti e indietro non solo e soltanto tra i canali, ma nel tempo,



così da congiungere inizio e fine dei vari programmi senza che si vedano troppo le cuciture.

il secondo, invece, almeno per come la vedo io, dovrebbe togglare (ossia agire da alternatore) tra focus e peripheral.

ho già detto troppo, e magari hanno scelto apposta di non farlo perché invece che diventare come i robottoni cattivi e pinkfloydiani di Matrix,
Larry-Sergei&Co. vogliono, alla fine del tunnel, far ritrovare noi povere Alici in scatola (si spera meno malridotta rispetto all'inizio del disco #5) saldamente con il culo per terra fuori invece che dentro casa.

Quando finisce la musica, spegnete la luce (cit.) 

Poi un giorno magari devo fare un post sul collegamento tra cloruro di sodio, zombie e le strutture create dall'uomo. Dopotutto Il pisolino come forma di ribellione è un libro che è già stato scritto, anche se non si intitola esattamente così.

mercoledì 1 marzo 2017

I puffi, l'arte erotica e la pornografia

sarebbe bastato Whiplash,
con quel cartello sul saper (si capirà così perché il post scriptum?) contare appeso al muro della stanza del batterista.

ma no,
Davidinho vuole fare di più, e immagino che quando uscirà il suo prossimo film alzerò spesso la voce con tutti quelli che si infileranno nella facile tana del:
"ma non è bello quanto il precedente".

il suo cinemascope caga letteralmente in testa al 3-D del Cameron che perpetuava il vacuo mito (a un certo punto la Bigelow gli ha detto "perèppe"; nesso acausale? vai a saperlo...) di un Ovest paradisiaco da cui farsi accogliere;  se Tarantino è Batman, Chavelle, Chazelle o come cazzo si chiama il giovane prodigio, di secondo nome fa Kal-El.



Se aspettate di vederlo sulla televisione di casa invece che sul Muretto Alto,
da qualche parte i Lumière si guarderanno,
e alzando le spalle penseranno:

"a quello che ha inventato la ruota tutto sommato è andata peggio."

venerdì 17 febbraio 2017

The Future by Remote

Marina aveva un papà molto ingombrante.

I cadaveri degli algerini ingombravano la Senna e sembrava che nessuno andasse più a messa, 
o almeno non in massa.

La città insomma,
era invivibile,
non c'era niente da fare,
se non partire.

Oggi che è presidente,
sulla scrivania di Marina campeggia una sola foto di tanto peregrinare,
quella dello stage in Croce Rossa.




Tutto sommato,
poteva andare peggio;
oltre il liquido c'è il liquefatto.

Da grandi i miei nipotini non avranno brutti ricordi legati alla pioggia;
ed il gesto dell'ombrello, 
sarà bello come un fossile.

RADIOPOPOLARE,
xché il peggio deve ancora venire.

P.S.
(CCTV<->TGV<->CGT? )

sabato 11 febbraio 2017

galleggiando nel bel mezzo della corrente...

...dato un Tempo t lungo abbastanza,
sentirete il bisogno di uno scoglio caldo non troppo spigoloso,
su cui seccare un pochetto la pellaccia.

già,
perché Sanremo è sanremo fino alla fine del mondo,
ma l'istante in cui scrivo è un sabato di plenilunio,
questo blog è senza filtro come le Gitanes,
e Bi-XIII da un lato,
il volpino francesco dall'altro,
cos'altro sono poi,
se non compagni di merende e gentili supplenti,
di un James Newell Osterberg Junior, 
in più importanti faccende affaccendato?

A  me siete pregati di non chiederlo,
ché vi prometto,
Non
Lo
So.

domenica 5 febbraio 2017

in pratica sarebbe come chiamare "Rotondo" un Cerchio. sbaglio?

questa è dedicata,
a un ragazzo di coraggio,
e alla scommessa che sono contento di aver perso con me stesso la scorsa estate,
proprio grazie al giovanotto scapestrato che condivide il nome con il nostro adorato Leopardinho.



[...] Ma può capitare spesso di essere in dubbio sull'effetto che una parola o una frase possono avere, e allora servono delle regole su cui potersi basare quando l'istinto viene meno. credo che quelle che seguono coprano la maggior parte dei casi:

i. Non usare mai una metafora, analogo di metafora, o altra figura retorica che siete abituati a vedere stampata
ii. mai usare una parola lunga, se ne esiste una equivalente corta
iii. se è possibile lasciar fuori una parola, lasciala fuori sempre
iv. non usare mai il modo passivo se puoi usare il modo attivo
v. non usare mai una frase straniera, una parola scientifica o gergale se puoi pensare a un equivalente nel parlato quotidiano
vi. prima di dire una qualunque cosa palesemente barbara, vieni meno a una delle regole precedenti

Queste regole possono sembrare elementari, e in effetti lo sono, ma esse richiedono un profondo cambiamento di attitudine in chiunque si sia abituato allo stile di scrittura che va per la maggiore in questi tempi. [...]


da Politics and the English Language, George Orwell, Aprile 1946


spero che Giorgino non me ne voglia (l'ho fatta praticamente in trad-à-vue!) il libro (Essays,che,
a scanso di equivoci,
ancora non ho letto)
è un Penguin,
ma sono sicuro che da qualche parte si trova anche una versione italiana.

non mi ricordo mai se di cognome faceva Montecchi o Capuleti,
ma è risaputo,
credo che il politically correct e la buona creanza siano due cose diverse.

insomma,
Io Voto Giulietta!


sabato 14 gennaio 2017

Le vite liquide dell'era atomica

le parole sono tutto fuorché eteree,

come violenza
infrangono il silenzio
entrano nel mio piccolo mondo con uno schianto
(Gahan, Dave)

ma è sicuro,
o almeno non credo ci sia nessuno disposto a negare,
che almeno in origine sono un fenomeno gassoso,
tavolette, papiri e inchiostro sono arrivati dopo.

immagino anche che nessuno si sognerebbe di negare la qualità puramente solida delle emozioni e sensazioni,
roba di pancia,
che ti succede dentro la carne.

se non ricordo male passare dallo stato solido a quello gassoso era stato battezzato come sublimazione,
ed è un po' come fare due mosse in una volta sola,
diversamente dall'opzione scioglimento+evaporazione.

roba da alchimisti la sublimazione,
fuori moda.

il passaggio diretto solido -> gassoso,
da molto tempo viene ottenuto come risultato delle bombe migliori nel vero senso (it is well known my favourite bombs are loaded with thc and not uranium or stuff of that kind) della parola,
ma quello che credo sia importante sottolineare qui,
perché penso utile da tenere presente in mezzo al caleidoscopio dei momenti,
è che essendo proprio in mezzo tra il Sentire e il Dire,
quella roba chiamata coscienza, consapevolezza o tanti altri nomi a seconda dei gusti e del contesto,
forse non soltanto può,
ma deve,
essere considerata come un fenomeno liquido,
il lago acuminato che sta all'opposto del mare dolce in cui trovava sollievo quel grande eroe dell'umanità che è stato Giacomino,
e come tale va affrontata.

non sono io che posso dire quali conseguenze questo comporta,
il post non aspira ad essere nulla più che una pillola di epistemologia spendibile nel contesto di un aperitivo,
ed esistono svariate trattazioni rigorose della faccenda,
troppe e da punti di vista anche abbastanza diversi perché io provi ad elencarne.

devo però specificare che è per puro caso che scrivo queste righe quando è morto da poco il grande teorico del pensiero liquido,
di cui non ho mai letto niente,
ma che piaceva molto a più d'una delle persone che conosco,
perché se mi sono fatto un'idea non fuorviante lui puntava molto più in alto,
e non potendo stare al passo con i tempi ("sul pezzo",
come direbbe un mio collega),
invece che presentarmi maleducatamente in ritardo,
cerco di mantenere la sintonia con i fusi orari dell'esistenza.

i testi contenuti ne Gli archetipi dell'Inconscio collettivo mi pare che abbiano ormai quasi un secolo,
quindi se all'aperitivo tirate fuori questo genere di riflessioni fatelo non per essere sul pezzo,
ma per lucidare quella Vecchia Scuola (il panta rei d'altronde è dietro l'angolo) cara a tutti noi fan dei Public Enemy,
visto che su cosa sia La Buona Scuola che sempre di questi tempi si è sentito molto strombazzare,
c'è (magari non giustamente,
ma inevitabilmente) ancora molta confusione e molto disaccordo.

credo che non sia nemmeno a due cifre,
il numero della percentuale di professori di italiano che quando propinano L'Infinito ai loro pupilli esplicitano il collegamento con la tecnica (proibita o comunque caldamente sconsigliata a quelli come me) della meditazione.
Io non potrei non farlo,
ma come conseguenza consiglierei di leggere Le porte della percezione,
e non voglio immaginare che tipo di reazioni una mossa del genere susciterebbe nel corpo genitoriale,
che è il motivo per cui non mi affliggo del mio stimare il numero come inferiore a 10%.

allora quindi,
magari,

Viva i Cattivi Maestri

che a tradurlo nel linguaggio del web 2.0 probabilmente verrebbe fuori qualcosa del tipo Bad Teachers For The Win!