sabato 26 novembre 2016

Piscine lunatiche



più o meno nei giorni in cui,
nientepopodimenoché una formazione leggendaria,
nota con il nome di The Cure,
passava ad officiare il proprio rito in due serate consecutive,
ricevo per posta elettronica la foto qui sopra,
che ritrae una porzione di schermo di un computer il cui browser sta navigando il sito famoso,
e che è stata scattata dalla musa punk per evitarmi il rischio,
nel caso ne sentissi (e tra poco arrivo anche a questo) il bisogno,
di ritrovarmi (come nel caso di Robertino Smith et al.) chiuso fuori dalla sala cerimonie perché gli accessi erano già stati tutti venduti con un numero,
se non spropositato,
quanto meno sconfortante,
di mesi di anticipo.

Ora,
Feisbuk è un troiaio,
quindi sarebbe poco produttivo investire del tempo a cercare di capire quale sia la fonte originale del flyer,
cioè quello che i vecchi come me ricordano una volta essersi chiamato locandina,
ma non ho voglia di scoprire che facce salterebbero fuori se usassi in pubblico una parola così XX secolo,
magari un giorno provo a usarla in radio dove non mi vede nessuno e vediamo cosa salta fuori.

La questione principale che la visione dell'immagine ha suscitato in me è stata però proprio centrata sull'origine (canonica o apocrifa?
io scommetterei sulla seconda e mò si capirà perché) dell'immagine,
più che sul "cosa faccio,
vado o non vado a vedere che concerto mettono insieme i miei adorati cinque cavalieri della depressione non rimossa?" domanda questa non banale se si pensa che all'ultimo giro,
quando presentavano le canzoni del loro disco Tunz-Tunz,
io ho bigiato senza batter ciglio perché c'erano impegni molto più pressanti disseminati lungo il sentiero.
Il punto è che ci sono elementi di Tre Ere,
non soltanto diverse tra loro, 
ma anche non adiacenti,
mescolati insieme come se nulla fosse.

Un non iniziato probabilmente non ci fa caso,
ma ai miei occhi di appassionato la cosa fa un effetto stroboscopico,
e se le ere mescolate fossero solo Due Ere (le più vicine cronologicamente,
ça va sans dire) probabilmente non ci ritroverei da ridire visto che in tema di atti grafico-creativi ho fatto di peggio (though what,
I'm not telling! :p) facendo tesoro delle critiche che mi procurai come conseguenza,
ma l'orsacchiotto mannaro risalente a SEDICI anni fa è rosso come un pugno in un occhio.
L'avessero fatta loro,
ci sarebbe sicuramente un qualche significato seminascosto,
ma visto che la locandina mette la copertina di Una piscina con la forma dettata dalla Luna come sfondo,
ed adopera lo stile di In Rainbows per il testo,
l'ipotesi più sensata è che qualcuno si sia dimenticato che il polpettone si fa con gli avanzi e non con gli archetipi.

Ma tanto Photoshop ha fatto danni peggiori,
e visto quanto è complicato piratarlo continuo a sperare che pian piano il tenero e performante Gimp a cui sono fedele si guadagni platee di affezionati sempre più estese.



Adesso che il disco nuovo,
che naturalmente per chi ha le spalle larghe abbastanza da dedicarsi a certi ascolti è un evento imprescindibile,
e a questo giro ci è pure andata di culo perché,
diciamocelo,
il precedente non era un album,
e devono saperlo loro per primi visto che la versione più precisa che hanno venduto era una raccolta di quattro 45 giri,
e a voler fare i simpatici verrebbe da dire che non pubblicavano così tanti singoli di palese efficacia dai tempi di The Bends,
beh,
adesso che è uscito da mesi invece che settimane,
io dovrei pure rispondere a chi mi chiese un parere in merito.

Ecco quindi spiegato il perché della seconda immagine,
fotografia gentilmente scattata da Diego Rovelli in un giorno di questa estate XX.XVI che non saprei meglio precisare,
breve pillola che riassume meglio di molte parole quello che penso del disco,
(con riferimento alla versione Pubblico Ampio,
perché devo ancora ascoltare i due brani della versione a circolazione limitata)
dove da specificare c'è solo che True Love Waits è indicata in maniera così esplicita perché,
beh,
BLEURGH!!!
era dai tempi del concerto parigino per il Tibet,
e su disco non troppo tempo dopo,
che non tiravano fuori una roba così pacco,
peggio di un chilom caricato ad incenso,
la traccia numero undici,
ma il resto invece fila via mooolto molto bene.

In conclusione,
un sacco di gente rutta allegra che "il mezzo è il messaggio" senza necessariamente sapere di cosa sta berciando;
quei cinque birbanti,
invece,
complicano giocosamente la faccenda con i loro esperimenti sull'opera d'arte ed il supporto che la ospita,
cercando di non farsi sgamare.

Le permutazioni gente,
esistono le permutazioni.

p.s.
nella prima immagine poi,
"visarno arena" invece che (la butto lì,
d'altronde non metto piede a Firenze da una vita e non ho mai avuto confidenza con la città in quanto tale) "arena di visarno",
classico esempio di copia&incolla che si dimentica che i tipi di parole nelle frasi sono come i libri o i dischi nello scaffale?

domenica 23 ottobre 2016

il Tempo svanisce in lontananza (cit.)

La maggior parte della ggènte non se ne cura,
perché così è stata e-ducata,
mentre i più arguti o privilegiati,
nella peggiore delle ipotesi c'hanno la classica fototessera in cantina che fa il lavoro sporco,
oppure adottano altre soluzioni post-Ottocentesche,
visto che di farsi fare un ritratto la maggior parte delle persone NON ha più il tempo perché,
checché ne possa dire il fiorentino con le mani in tasca,
le classi sociali esistono ancora.



Una pipa,
per esempio,
è uno strumento adatto;
anche lei,
per citare il Liga,
porta addosso qualche segno,
e finché è bimba,
come nella foto sopra,
non si nota,
ma quando ha qualche primavera sulle spalle,
da piccola mulatta che era,
si rivela essere una grande negra.



La mia si chiama come una pugilessa ballerina che mi vuole molto bene,
nonostante la non appartenenza a una stessa classe sociale ci impedisca di frequentarci quanto vorremmo.
Fazer o que...


p.s.
a voler ben vedere la canzone non è tra quelle presenti sul vinile ancora mai stampato su cd a cui questo post ruba il titolo,
ma questo non vuol dire che sia per questo meno significativa,
anche perché non sono in vena di citare nessuno dei due Lorenzo nazionali,
che tutti sappiamo aver affrontato l'argomento,
ognuno a modo suo.

'though we rush ahead
to save our time
we are only what we feel
(Neil Young)

lunedì 17 ottobre 2016

Non ancora affondati

nel corso dell'estate ho svelato,
nella mia solita maniera incomprensibile ai più,
quale fosse la preoccupazione maggiore relativamente all'impilare in uno stesso luogo del cyberspazio tutte le scalette in formato testuale,
spulciabile quindi da/con IL motore di ricerca,
che peraltro offre aggratis questo spazio...



per il momento ignoro se abbia anche già imparato a leggere quello che c'è scritto nelle foto,
ma d'ora in poi pubblicherò in questo modo,
ogni volta possibile,
le scalette,
per non passare come quello che fa finta che Spotify non sia ancora stato inventato.

ma la Radio,
secondo me,
si fa con i dischi,
prestati, copiati, comprati,
e chi più ne ha...

domenica 2 ottobre 2016

Ismaele & Co.

veniva dalla parte giusta dello stivale,
con la celebre linea-quasi-Maginot a far da divisorio,
ma non da una zona esattamente "kosher",
ammesso e non concesso che zone simili esistano.

infatti,
quando mi ha consigliato di fare un secondo tentativo con il Libro della Balena,
quel gran burlone da beat generation del dottor X._._._.y,
mi fa:


puoi tranquillamente leggere un capitolo sì e un capitolo no,
perché il racconto vero

si alterna a capitoli di teoria sulla caccia alle balene

come se io fossi così coglione,
da rubare un testo facendo finta che questo sia una monade isolata,
invece che,
scusate il bisticcio,
immerso,
beh,
immerso in un contesto!



[source: http://tachyontv.typepad.com/photos/uncategorized/2008/02/06/alien.jpg]


insomma,
lo specchio,
quando non ha il semplice ruolo di limitatore,
è per la pornografia, la cocaina,
e succedanei/derivati delle due.

per arrampicarsi,
secondo la mia cornutissima opinione,
continuano ad essere preferibili gli alberi.

peraltro,
il dottore non aveva nemmeno la scusa del dècalage temporale,
visto che,
quando la traduzione di Cesare Pavese che ho in casa ancora profumava di fresco,
secondo me era già in piazza a sventolare in giro fiocine come fossero forcine.

ma quello credo sia l'equivalente biologico del Vizio di Forma,
applicato alla porzione composta da tutti quelli che dall'urna della tombola hanno estratto il cromosoma più corto.

fuor di metafora:
più una vocazione che una maledizione...

...e, sì. è poco, molto molto poco.

P.S.

reclami@madr3n4tura.biz
o forse era .org?

lunedì 26 settembre 2016

10 Anni di Facebook (Mix per Jack)

FaceBooK STARTS in 2004

AFTER U.S.A. BASED LAB EXPERIMENT,
OPENS TO THE WORLD,
ON  September, 26, 2006



the clash - jimmy jazz
luciano ligabue - tra palco e realtà
all saints - bootie call
ministri - stare dove sono
joy division - a means to an end
nirvana - smells like teen spirit
beatles - I me mine





a un certo punto la situazione diventò così grave che qualcuno fece stampare delle magliette, multilingue, con scritto sopra "io non ho votato berlusconi".
Chiunque fosse quel qualcuno, l'idea era buona, molto.
Ma non sarebbe stato bello vantarsi, invece che vergognarsi?
Tipo “Io voto Basaglia?”
O Leopardi,
o Beccaria,
insomma,
oggi,
ed è così da qualche millennio,
il problema è l'immagine.
il GiPi, meglio noto all'anagrafe e ai più come Jean Paul Sartre
tra le tante cose per cui viene ricordato è anche per aver detto
"l'inferno, sono gli altri".
Invece non mi ricordo chi abbia detto che "gli altri sono uno specchio" e sono troppo pigro per chiederlo a gugol
ma tanto capirete senza troppi problemi che bastano pochi connettori logici per arrivare a "in ogni specchio c'è un potenziale inferno".
e ai più affezionati agli interventi che Magister Vik fa su queste frequenze verrà sicuramente in mente il buon Federico Nicce, quando
da qualche parte
scrisse   "quando scruti dentro l'abisso, l'abisso scruta dentro di te".
Ecco, a scanso di equivoci, quando la mia filosofa di riferimento,
che dalla Federicfo II di Napoli è uscita con 110 e Lode proprio con tesi sul suddetto federico,,
beh,
quando ella  ha scoperto che non ero iscritto al sito
"rubrica dei trombamici, diaporama degli amici che trombano, o che lo fanno sempre meno" noto ai più semplicemente come Facebook, mi sono preso una sgridata di quelle che ancora me la ricordo.
Non è un'invenzione nostra, non lo abbiamo creato noi italiani, però lo usiamo un sacco, lo dice il sito stesso nelle sue statistiche.
Nel frattempo, in questi dieci anni da quando le gabbie dell'esperimento in vitro sono state aperte al mondo intero la penetrazione è stata più che sorprendente, lascia senza parole. Ci sono più di un miliardo di iscritti, pare, e il conto ovviamente non va fatto sui sette miliardi e spiccioli, perché nel Sud del mondo hanno altri problemi.
E nello stesso intervallo di due lustri, il “disturbo narcisistico” è stato eliminato da quell'inutile etichettario chiamato DSM perché quelli che lo compilano, preparando una nuova cretinissima edizione, se non altro si sono accorti che quella roba lì è la radice degli altri problemi, e che quindi è ridondante dire “prendi l'inchiostro” se hai appena detto “scrivi”, ma questo,
naturalmente,
solo finché abbiamo ancora la gioia delle penne a sfera.
Ma allora, forse, c'è speranza! Dato che il grosso degli iscritti sono nel Nord che abitiamo, il sito vetrina, perfetto per mettersi in mostra, adattissimo per scopare, anche per chi come il sottoscritto, fa fatica a iscriversi perché pensa di fare già abbastanza figure di merda nella vita reale senza bisogno di lasciarne in eredità ai posteri, nel cyberspazio poi...,
beh, la speranza è che come dicevano i Clash,
“dategli corda abbastanza, e quelli ci si impiccheranno da soli”.
Buon selfie, gente!



venerdì 23 settembre 2016

Episodio Dieci+1

la richiesta del Mister era chiara,
ciclo di dieci episodi,
autoconclusivo,
in Sintonia con i 40 di Radio Popolare e del movimento Punk,
senza essere su il Punk,
con puntata extra come riempitivo per emergenze.

Così è, se vi pare (cit.)

IMMAGINE PUBBLICA CONTROLLATA
a.k.a. La creatività al servizio della Sopravvivenza

Piano dell'Opera

#gli arruffapopolosi incipit:
coldplay - yellow
the ramones - blitzkrieg pop
david bowie - life on mars
joy division - day of the lords
janis joplin - kozmic blues
the beatles - happyness is a warm gun
bob dylan - just like a woman
franz ferdinand - no you girls
nirvana - sliver
the clash - white man in hammersmith palais
-Extra
raimundos - mulher de fases

#i ricchi piatti principali:
Pure, 3 Colours Red
Neon Golden, The Notwist
SxM, Sanguemisto
Dois, Legiao Urbana
The Brandeburgs, Jacques Loussier Trio
A Salty Dog, Procol Harum
The Wild, The Innocent and the E Street Shuffle, Bruce Springsteen
Tapestry, Carole King
Tea for the Tillerman, Cat Stevens
Sanacore, Almamegretta
-Extra
Isopor, Pato Fu

e poi ci sono stati i vari ammazza-caffé,
che non elenco in silente dispiacere per tutti quelli che lungo il corso di trasmissione (undici settimane contro quattordici giorni scarsi per la fase di registrazione),
sono stati ammazzati e basta.

quindi in pratica visto che la signora King era andata 2 volte di fila solo un paio di settimane fa,
apparando così un poco la disparità di genere che era nei fatti,
per questioni di contesto molto più che di intenzioni,
tutto si sarebbe dovuto chiudere con fiori zingari e trip hop partenopeo,



e invece il caos o chi per lui ha voluto che scendesse in campo l'altra voce femminile.



questo è quello che è stato,
fate abbonare i vostri amici,
se volete ascoltare anche quel che sarà.

tra ottobre e novembre,
data ancora da precisare,
podcast via wetransfer.

iscrizioni all'indirizzo

vinassa[kiocciola]radiopopolare.it


venerdì 16 settembre 2016

Episodio 10 meno 1 (a.k.a. Wisdom)

Immagine Pubblica Controllata
giovedì 15 settembre 2016


infine,
in barba agli ostacoli e in sintonia con Il Piano,
ci si avvicina alla fine.

di questo ciclo,
eh!
ché La Fine,
come cantava il bonario panzone seppellito al Père Lachaise,
è sempre dietro l'angolo,
ma non sempre è il momento di pensarci.



esiste una puntata 11,
preparata in caso di emergenza,
come da richiesta del Capo,
che per un attimo è sembrato che sarebbe persino finita in onda.

adesso sembra che non succederà,
e va bene perché così sarà la ghost-track recapitata solo a chi si iscriverà per il podcast via wetransfer,
mentre se settimana prossima il palinsesto estivo sarà ancora in carreggiata potrete ascoltare la conclusione,
altrimenti il disco del Micione sarà stato il "finale aperto con suspence" (traducente italiano di Cliffhanger,
se lo chiedeste a me),
di una trasmissione che spero non abbia fatto troppo schifo,
visto quanto 1,2,3,4 & Gabba Gabba Hey ne è stata la fase di produzione,
rischio grosso se di cognome,
come è il caso mio,
NON fai Ramone. ;)