lunedì 3 aprile 2017

cinque lacrime sulla mia pelle (cit.)

ormai non posso più rimandare.

il rapporto ordine-caos in casa sta lentamente ma saldamente orientandosi in una direzione, la trasmissione per l'estate, almeno a livello di beta test, c'è, il jackset per il buon fakko l'ho fatto ieri sera...

cominciamo con il mettere a verbale che ho letto fumetti, tanti.

anche di quelli porno, così come fumetti che cercavano di darsi un tono, come quelli scritti da Neil Gaiman. tra questi fumetti ad alto peso specifico ce n'era uno che evidentemente deve essermi piaciuto parecchio, perché quando seppi che sarebbe uscito il film mi dissi "bene, mi fiondo a vederlo" e ne fui soddisfatto.
anzi, mi gasai un casino.
solo pochi mesi prima mi ero sentito in qualche modo avvicinato al buon Mercus, quando in pausa tra la prima e la seconda ora di interpretazione simultanea era saltato fuori che lo conosceva pure lui quell'anarchico lì (ero giovane, cazzo ne sapevo di cosa c'è dentro i libri di storia?). il fumetto comunque l'autore lo descrive così:

“  Il punto centrale è, ma questo tizio ha ragione? o si è bevuto il cervello? E tu, lettore, cosa ne pensi? Soluzione che mi sembrò puramente anarchica. Io non volevo dire alla gente cosa pensare, volevo solo dire alle persone di riflettere e considerare alcuni di questi piccoli elementi cosiddetti estremi, e che pur tuttavia si ripresentano abbastanza regolarmente lungo tutta la storia dell'umanità.
[fonte:en.wikipedia.org]




è la storia di un personaggio un po' sopra le righe e abbastanza fuori dagli schemi, nonché tendenzialmente solitario, qualcosa che quelli che ascoltano Neil Young sono in grado di capire almeno lontanamente. siccome sono un cretino, e l'internet traboccava di loghi e patacche collegate alla pellicola in questione, distribuita e prodotta da una di quelle robe chiamate majors, avevo anche pensato di farmi un'immaginetta da postare qui sopra, che dicesse "vinassa.AT.radiopop" perché mi piace sentirmi figo.
fortunatamente, visti gli sviluppi successivi, non lo feci. l'autore, comunque, a vedere quel disegnino andare in giro come avesse vita propria un poco si commuove.

“   L'altro giorno guardavo il telegiornale raccontare che da queste parti c'era stata una manifestazione di protesta di fronte al quartier generale di Scientology e ho avuto un moto d'animo, all'improvviso è partito un filmato che faceva vedere tutti questi manifestanti che indossavano delle maschere di Guy Fawkes à la V per Vendetta. Mi ha fatto piacere. Mi ha fatto sentire un piccolo calore dentro.
[fonte:en.wikipedia.org]


però poi, diamine, la storia continua a far la sua piroetta, e invece della palpebra ti cala l'entusiasmo.
che bello vedere l'impegno giovane coagularsi come per effetto della gravitazione, che bello vedere speranze e ideali forti, anche se da dopo quel libro del 1964 su un controverso processo tenutosi dalle parti di quella che per i monoteisti è terra santa, nessuno può più fare finta che le idee siano una cosa buona di per sé.



io poi per professione mi occupo di contesti, mi ci devo aggrappare pena il dire sonore cazzate, e contrattualmente rilevanti.
e il signor Moore, così come anche nella sua opera successiva, si sbizzarriva a strizzare occhiatine in giro, cosa resa possibile da un fenomeno che un italiano rinomato in tutto il mondo ha descritto con il termine intertestualità.
ma, guarda caso, se al signor Moore piaceva che come conseguenza del film di cassetta (mò lo chiamano blockbuster, ma io sono vecchio dentro) la maschera di Guy F. andasse in giro per il mondo, sull'adattamento filmico aveva qualcosina da ridire, e nemmeno di poco conto, se vogliamo essere pignoli.

   una parabola adatta all'era Bush fatta da persone troppo timide per ambientare una satira politica nel proprio paese... è la fantasia liberal-americana deviata frustrata e ampiamente impotente di qualcuno mosso da valori liberali-americani che si erge contro uno stato governato dai neocon - che non è l'argomento del fumetto di V per Vendetta. Il fumetto aveva come argomento il fascismo, l'anarchia, l'Inghilterra.
[fonte:en.wikipedia.org]


ecco,
non so voi,
ma io la differenza tra un collettivo, un fascio e un agglomerato, non solo credo di vederla, ma sono certo di percepirla. ed una canzone sul senso di ragno l'ha scritta pure thom yorke, ma di quello mi occupo in un post a venire.

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